Per due anni, da gennaio 2017 al giugno 2019, ho insegnato in un Istituto paritario cattolico, il Liceo delle Scienze Umane a opzione economico-sociale “M. T. De Vincenti” di Rende, a Commenda, gestito dalle religiose appartenenti all’ordine delle Piccole Operaie dei Sacri Cuori.

Ho insegnato Italiano, prima nel biennio e poi nel triennio. Sono stata  coordinatore di classe e, per un anno, di referente alle uscite didattiche. Ho trasorso dalle sette alle dodici ore alla settimana in questa interessante e bella realtà scolastica.

Il “De Vincenti” mi ha dato la possibilità di acquisire “Conoscenze, Competenze e Abilità”, ma non si tratta soltanto questo. Per me, è stato il momento più formativo della mia crescita professionale e umana. Ho avuto la possibilità di seguire due classi nel corso degli anni in modo continuato. Le classi erano poco numerose ( 7 e 13 alunni) e ciascun alunno si è mostrato sempre rispettoso e aperto al confronto e ad una collaborazione e cooperazione attiva, anche se non sono mancati momenti contestativi e di conflittualità, legati all’età adolescenziale e, in alcune di loro, alla mancanza di punti di riferimento nella vita familiare.

Tali momenti si sono superati attraverso il dialogo, l’instaurazione di legami affettivi e autentici tra me e i miei alunni. Nel corso di questa esperienza, probabilmente in modo non troppo consapevole e del tutto spontaneo, ho cercato di creare una relazionalità autentica che privilegiasse l’umanità e il dialogo e notavo come tutto ciò si trasformasse in comportamenti positivi da parte degli alunni (motivazione all’apprendimento, partecipazione attiva ecc.).

È stato stimolante sperimentare con loro le mie prime attività di didattica laboratoriale partecipando a concorsi nazionali (Sky tg24) e locali (Fondazione Lanzino), curare seminari informativi e costruire questionari su tematiche importanti.

È stato interessante avviare la classe terza allo studio della Letteratura Italiana, un sapere con il quale i ragazzi non avrebbero avuto probabilmente altre occasioni d’incontro e che rappresenta, nelle sue linee guida, un bagaglio importante del patrimonio culturale di ogni professionista. Ho riscoperto con i miei discenti l’importanza e l’attualità dei classici, nonché i loro innumerevoli spunti di riflessione. Durante alcune attività laboratoriali infatti ho avvicinato al vissuto degli alunni il pensiero di importanti autori del nostro scenario letterario, apprezzando il notevole coinvolgimento e la reale motivazione in ciò che loro attivamente stavano apprendendo.

Da questa esperienza ho appreso quanto sia importante che tra insegnante ed allievo si crei un rapporto di fiducia e di stima reciproca, in cui la figura del docente sia autorevole e mai autoritario, perché il rapporto affettivo e autentico attiva apprendimenti significativi.

Lo studente deve contare sul fatto che vi sia all’interno del contesto scolastico una persona di cui si possa fidare, pronta ad ascoltarlo, a dargli dei consigli, a incoraggiarlo ma anche a rimproverarlo al momento giusto.

Non è sempre facile, anzi a volte è molto complicato, coltivare un rapporto empatico e sempre rispettoso dei ruoli, occorre tempo e continuità, si costruisce giorno per giorno, incoraggiando i discenti ad aprirsi attraverso l’ascolto empatico e stimolandoli nel loro cammino di scoperta e di conoscenzadi sé.

È complicato, ma è l’obiettivo che mi sono prefissata a partire da questa iniziale esperienza didattica.

prof.ssa Giulia De Marco

Docente di Italiano